La musica da camera rappresenta nella mia vita la più forte e intaccabile passione.
Ho avuto la fortuna di suonare con grandissimi musicisti e di imparare nel corso degli anni il senso più profondo del camerismo. Assecondare le idee dell’altro anche se diverse, sostenerle e aiutarle con il proprio contributo musicale, non sono solo un dovere per un buon musicista ma anche una lezione di vita e di ricerca come esseri umani.
Dal duo all’ottetto ho affrontato, in più di vent’anni di attività cameristica, i più grandi capolavori sia in formazioni stabili che in incontri occasionali anche in festival internazionali.
Entrambe le esperienze sono fonte di arricchimento, fornendo spunti alla crescita musicale e dell’individuo. Nell’occasionalità ho spesso riscontrato la freschezza della ‘non conoscenza’ ovvero della novità e la linfa che nuove idee possono lasciare al musicista curioso, le collaborazioni durature, invece, permettono di lavorare con grande ricerca e complicità, qualità che rendono l’esecuzione più ‘cameristica’ e coesa.
Ogni musicista con cui ho suonato mi ha lasciato qualcosa, il mio ‘baule’ di esperienze si è riempito via via di idee, opinioni, visioni e scuole anche diverse dalle mie che però mi hanno obbligata a guardare quello che conoscevo con occhi diversi. E spesso a cambiare idea.