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L’iconico violinista virtuoso italiano Salvatore Accardo e tre amici (Laura Gorna, violino; Fracesco Fiore, viola; Cecilia Radic, violoncello) hanno mostrato che cosa significhi suonare in quartetto. L’interpretazione dell’unico quartetto di Verdi, che ha concluso il concerto, ha iniziato sin dalle prime note a comunicare con il pubblico in modo profondamente personale. Quando viene suonata come domenica sera a Cartagena, la musica possiede delle ali liriche e ispirate.

(Laurence Vittes, Strings, USA, 7 gennaio 2013)

 

“Estrio al pubblico che riempie la Sala grande del Comunale propone un Ravel carico di tensioni,di esuberanza, di “joie du vivre”, di allegria e di passione. Infine, il Trio in la minore, in cui piano, cello e violino grazie alla sensibilità femminile acquistano eleganza, morbidezza, grazia e uno squisito bel suono. Tra brio e fuoco, un gradimento senza riserve, come gli applausi calorosi, suggellati da un bis di Germaine Tailleferre.”

(Eva Purelli, Il Giornale di Vicenza, 13 Marzo 2012)

 

“..Le tre Grazie dell’antica mitologia greco-latina sono scese ieri sera 25 febbraio dall’Olimpo e si sono presentate a noi mortali a Vercelli, nelle vesti delle tre strumentiste che nel 2005 hanno fondato l’Estrio:Laura Gorna (violino), Cecilia Radic (violoncello) e Laura Manzini (pianoforte). Il dono da loro portato agli uomini è stata l’esecuzione, accompagnata dalla Camerata Ducale diretta da Guido Rimonda, del Triplo concerto per violino, violoncello e pianoforte op.56 in Do maggiore di Beethoven. L’esecuzione di Estrio è stata esemplare sotto ogni profilo: perfettamente affiatate e tecnicamente ineccepibili, le tre interpreti hanno dato vita ad un sapiente intreccio delle vocistrumentali. Per noi il più alto risultato espressivo è stato raggiunto nel Largo centrale, con il tema melodico d’apertura suonato meravigliosamente dal violoncello, capace di restituire al meglio l’incantevole dolcezza del La bemolle d’impianto e svolgendo l’intero movimento in un’atmosfera trasognata di intimo lirismo. Nel congedarsi dal pubblico, Estrio ha offerto un bellissimo bis, il Terzo tempo del Trio di Clara Wieck Schumann, di palpitante tenerezza e struggente malinconia (perché lo si sente eseguire così di rado?) che ha strappato ai numerosissimi presenti un lungo, riconoscente applauso…”

(Bruno Brusca, Corrierebit, 26 Febbraio 2012)

 

“..Estrio ha dato vita alla perla del catalogo cameristico del compositore tedesco, il trio in re minore op.49 (di F.Mendelssohn n.d.r), incantevole il tema del violoncello tracciato da Radic nel primo movimento, per non parlare di quello enunciato dal pianoforte nel magnifico Andante.. Davvero appassionato il finale..”

(Roberto Codazzi, 13 Marzo 2009, il Giornale di Cremona)

 

“Sottilmente inquietanti nell’imprendibile trio numero due di Shostakovich, fra oasi liriche, strappate e pizzicati e innumerevoli sonorità diverse del pianoforte, dove però la confusione dell’universo è ricapitolata in gesti musicali che la rendono vitale in una volontà scatenata, appassionatamente soavi nel toccante trio numero due di Schumann, dove però la bellezza romantica s’affaccia a un infinito sogno irrealizzabile, le ragazze dell’Estrio, Laura Gorna, violino, Cecilia Radic, violoncello, Laura Manzini pianoforte, firmano un disco esemplare e intensissimo.

Saldezza e fantasia, cultura e istinto, nella bellezza del suono, anzi nella diverse bellezze del suono, che la registrazione trasmette ricco e presente.

(Lorenzo Arruga, Il Giornale, 2008)

 

“…Il giovane eccezionale trio ha sfoggiato tecnica straordinaria e perfetto affiatamento sin dalle prime note…Gorna , Radic e Manzini sono musiciste di grande carattere…Il risultato è ad alto impatto emotivo…”

(Trieste, Alberto Rochira Il Piccolo 19 Febbraio 2007)

 

“L’elegante violino della Thompson, il sublime violoncello della Radic e il ricco suono che Han ha estratto dal pianoforte hanno reso questo un modello di che cosa sia davvero la grande musica da camera.”

(Richard Storm, Herald Tribune, Florida, 24 aprile 2004)

 

 

“Nei giardini di Villa Rufolo, a Ravello.. tre belle creature femminili han provveduto, inanellando immagini geniali e sentimenti accorati nell’interpretazione del più intimo ed acceso sodalizio dell’ Ottocento musicale, quello tra Robert Schumann, la moglie Clara ed il devoto Johannes Brahms. Di tutt’e tre, l’affettuosa violinista Laura Gorna, la toccante violoncellista Cecilia Radic e la provvida pianista Laura Manzini, musiciste tecnicamente ineccepibili ed artiste in grado di turbare e di rasserenare che suonano col nome di Estrio, hanno eseguito una composizione, arrivando nel terzo tempo del trio di Clara ad una tenerezza, composta e palpitante insieme, indimenticabile…”

(Lorenzo Arruga, Il Giornale, 11 Settembre 2007)

 

“…el pastoso y voluminoso sonido de la violoncellista Cecilia Radic, quien, acaso por esas virtudes y por su rostro, nos hizo rememorar a la grandisima Jacqueline Du Pré…el bello andante cantabile (Schumann quartetto op.47 n.d.r.) provocò un magico placer estetico, de aquellos que a muchos les erizan la piel..”

(La Nacion, Buenos Aires, Argentina, 5 Agosto 2001)

 

“…la violoncellista Cecilia Radic ha un suono bellissimo che unisce un’invidiabile potenza scura sulle corde più gravi a una morbidezza complessiva che non è poi così facile trovare nei violoncellisti. In più possiede una tecnica al di là di ogni incertezza, capace di affrontare ogni artificio, ogni abbellimento musicale in perfetta sicurezza…”

(Bresciaoggi, Luigi Fertonani, 28 Marzo 1999)

 

“…un accento particolare va posto sull’ eccellente esecuzione dei Fantasie Stuecke di R.Schumann per violoncello e pianoforte, di Cecilia Radic che soprattutto in Trois Strophes sur le nom Sacher, per violoncello solo, ha mandato in visibilio il pubblico con un’ interpretazione difficile, ma raggiunta con una personalità e un’ originalità degne di un maestro…”

(Roma, Il Giornale d’Italia, 10 Settembre 1997)

 

“…la rassegna di concerti L’ Ora della Musica ha messo in luce un autentico talento italiano: la violoncellista Cecilia Radic. La sua esecuzione del concerto n°1 di Shostakovich è stata davvero straordinaria: l’ artista possiede un bagaglio tecnico di prim’ ordine, ma sa anche trasmettere viva emozione…”

(Reggio Emilia, MGM Magazine, Maggio 1997)

 

“…Il concerto n°1 in mib maggiore per violoncello ed orchestra di Shostakovich ha fatto conoscere al pubblico reggiano una straordinaria Cecilia Radic, giovane e dotatissima musicista, in cui le prorompenti qualità virtuosistiche che un tale pezzo impone, filtrate da una notevole maturità interpretativa si fanno veicolo espressivo…”

(Reggio Emilia,Gazzetta di Reggio, 16 Marzo 1997)

 

“…di Cecilia Radic ci ha veramente colpito la cavata calda, nitida e umana. E’ un bel talento che nel difficile percorso debussyano ha disegnato linee esteticamente raffinate…ha dimostrato pregiata natura interpretativa…”

(Verona, L’Arena, 9 Giugno 1996)

 

“…della Sonata straussiana proponeva una lettura ardente ed appassionata…sfoggiava un suono autorevolissimo e imperioso…nei movimenti estremi l’approccio musicale era carico di temperamento, nel malinconico Andante la solista sfoggiava un mezza voce assai suadente con la giusta profondità espressiva. Un’ ottima esecuzione…”

(Il Giornale di Brescia, 1 Giugno 1996)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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