Sin dal mio debutto con l’epico Concerto di Dvorak, ho continuato a venerare capolavori quali i concerti di Shostakovich, Beethoven o Haydn, ma ho anche cercato di dare nuova linfa a gemme nascoste o dimenticate, onorando autori come Wolf-Ferrari, Bruch o Thuille. I miei interessi si estendono dalla musica barocca a quella contemporanea, dove in quest’ultima ricadono autori come Berio o Vacchi e giovani astri nascenti.
Poche cose sono di ispirazioni come condividere con il pubblico la (ri)scoperta pezzi e compositori. Sono attualmente impegnata nello studio e nelle prove di alcuni concerti relativamente poco noti, che suonerò nel 2015 e nel 2016.
Nell’affrontare la mia attività da solista, respingo la visione convenzionale dell’orchestra come accompagnamento di sfondo. Le grandi interpretazioni nascono quando l’orchestra è una di due voci che devono avere pari dignità, e il cui attento amalgama è ciò che la forma del concerto dovrebbe realmente essere.